Palatium Vetus oggi è tornato a ricoprire, grazie all’azione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria attraverso la società Palazzo del Governatore, un ruolo centrale nelle vicende urbane, nel rispetto della significativa funzione per la quale era stato creato. L’iter progettuale e lo studio di fattibilità dell’area hanno avuto inizio nel 2005 con la stesura del piano di recupero, ma il progetto iniziale ha subìto svariate modifiche nel tempo, a causa dei continui ritrovamenti. 

I lavori di ristrutturazione, infatti, iniziati in coda alle indagini relative all’individuazione delle antiche fondamenta del duomo cittadino nell’area settentrionale di piazza della Libertà, hanno da subito rivelato la complessità dell’opera, causata soprattutto della compromissione della stratificazione archeologica. Senza la lungimiranza della Fondazione CRAL, che decise di sostenere le spese di restauro artistico del sito, si sarebbero probabilmente continuati a ignorare il valore e la ricchezza conservati in questo gioiello cittadino, nascosti dietro la severa facciata ottocentesca della caserma Maggi

Una parte sostanziale degli interventi ha riguardato il recupero e la conservazione delle testimonianze storico-artistiche di Palatium Vetus, costituite principalmente dalle decorazioni del piano nobile.

La vera svolta nel lungo e complesso iter di ristrutturazione è rappresentata dall’affidamento dell’incarico da parte della società Palazzo del Governatore all’architetto Gae Aulenti, voce autorevole e di grande personalità, in grado di rivitalizzare la struttura e la funzione del palazzo, valorizzandone visivamente le potenzialità formali. Una rivoluzione fedele alla natura del luogo, in perenne equilibrio tra passato e presente. 

Un ultimo intervento, in termini cronologici, ha portato alla luce un ulteriore tassello di Palatus Vetus, lasciato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria tramite la società Palazzo del Governatore in eredità alla città di Alessandria, simbolicamente a 850 anni dalla sua fondazione. Dopo anni di studi e ricerche, sono stati inaugurati la “ghiacciaia” e l’area museale dei reperti archeologici, che comprende oggi numerosi suppellettili risalenti al XIV-XV secolo. 

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